4. La guerra Russo-Giapponese (1904-1905)
4.2b La battaglia di Tsushima
1. Il viaggio della 2a e della 3a Squadra del Pacifico Dopo la sconfitta nella Battaglia navale del Mar Giallo, nell'Agosto 1904, in una riunione convocata dallo Zar alla quale avevano partecipato granduchi, ministri e il comandante della Seconda Squadra del Pacifico, il Contrammiraglio Rozestvenskij, era stato deciso che la flotta sarebbe partita entro l'autunno con destinazione il Madagascar dove avrebbe potuto rivere rinforzi e da lì partire per poter raggiungere il teatro operativo entro marzo 1905. Tale decisione derivava dal fatto che in quel momento l'addestramento era ancora incompleto e dal calcolo del tempo necessario per raggiungere Vladivostok libera dai ghiacci invernali ed in concomitanza con la ripresa delle operazioni terrestri. Nonostante i proclami era chiaro che non sarebbe arrivata in tempo per salvare Port Arthur (CP 84 85). Il comandante della flotta, il Contrammiraglio Rozestvenskij, aveva partecipato alla guerra contro la Turchia del 1877, dove era stato promosso capitano di corvetta e aveva ricevuto due onorificenze per un atto di valore (CP 60), dal 1883 al 1885 era stato designato dal governo russo per comandare la flotta della Bulgaria appena diventata indipendente dalla Turchia, nel 1890 era stato in Estremo Oriente al comando del clipper a motore Kreiser che riportò in Europa facendo parte del percorso che avrebbe fatto in senso inverso nella guerra, in seguito fu adetto navale a Londra e durante la guerra sino-giapponese si era distinto per aver rapidamente condotto la nave che comandava dal Mediterraneo a Nagasaki, all'interno dello schieramento della Russia per controllare la situazione e difendere gli interessi russi in quell'area. Infine nNel 1902 si era guadagnato il favore dello Zar durante un'esercitazione di artiglieria dove ricevette gli elogi del Kaiser Guglielmo II ospite del cugino Nicola, che lo nominò aiutante maggiore e nel 1903 capo di Stato maggiore della Marina (CP 72-73). Il suo vice era il contrammiraglio Felkersam (CP 77) e l'altro ammiraglio imbarcato era il contrammiraglio Enkvist (CP 86). La mattina del 14 ottobre 1904 salparono da Libau (o Libava), sul Mar Baltico, le 42 navi della Seconda Squadra del Pacifico per una traversata di 20.000 miglia (84). Questa squadra poteva essere composta solo di unità del Baltico, in quanto la Turchia, approfittando della Convenzione degli Stretti del 1841, vietò l'attraversamento dei Dardanelli alla flotta russa del Mar Nero (85). Le navi e gli apparati della Seconda Squadra risentivano dell'inferiore livello tecnologico e gli equipaggi, in gran parte formati da contadini delle regioni interne, erano privi di esperienza di mare. Anche il livello di preparazione dei loro ufficiali era scarso. Facevano parte della Seconda Squadra 26 unità maggiori tra cui 4 nuove corazzate della classe “Suvorov” (Suvorov, Alessandro III, Borodino e Orel) e la moderna corazzata Osljabja. Queste moderne unità erano affiancate da due corazzate più vecchie, la Sisoj Velikij e la Navarin, quattro moderni incrociatori (Oleg, Aurora, Zemcug e Izumrud), il vetusto incrociatore Dimitrij Donskoj, due ex-panfili reali trasformati in incrociatori (Svetlana e Almaz) cinque incrociatori ausiliari, ovvero piroscafi veloci armati (Ural, Kuban, Terek, Rjon e Dnjepr) e nove torpediniere (CP 85). Avrebbe seguito la flotta anche la nave ospedale Orel (CP 87), la nave officina Kamchatka, le navi da trasporto militari Anadyr (CP 122), Irtys e Malaja (CP 167), i rimorchiatori Rus e Svir (CP 307), la nave da trasporto Korea (CP 307), e un po' defilata la nave frigorifera francese Esperance con mille tonnellate di carne congelata (CP 145). Per quanto riguarda il rifornimento delle 40 navi da guerra e ausiliarie fu risolto con un accordo commerciale con la Hamburg Amerika Linie, compagnia di navigazione tedesca, che mise a disposizione 60 navi carboniere (AC 63). Gli inglesi, alleati dei giapponesi, cercarono in tutti i modi di ostacolarne il viaggio impedendo il rifornimento nei propri porti e rallentano il passaggio del canale di Suez. Sfruttarono anche l'incidente sul Dogger Bank avvenuto nella notte tra il 21 ed il 22 ottobre, ottenendo una penale da parte dei russi di 65.000 sterline come rimborso per l'affondamento dei pescherecci inglesi della città di Hull scambiati per torpediniere giapponesi (86). Il Contrammiraglio Rozestvenskij per timore di essere bloccato a Suez dagli inglesi aveva diviso la sua flotta in due, lui con le moderne corazzate avrebbe circumnavigato l'Africa mentre il Contrammiraglio Felkersam con cinque navi da guerra più vecchie avrebbe attraversato il Mediterraneo per passare il Canale di Suez e il Mar Rosso (CP 139). A metà novembre un distaccamento, composto da due nuovi incrociatori corazzati (Oleg e Izumrud), due incrociatori ausiliari (Rjon e Dnjepr), cinque torpediniere e la nave d'addestramento Ocean comandato dal Capitano Dobrotvorskij partì da Libava (CP 195). Delle torpediniere tre furono rispedite in Russia per problemi meccanici (CP 200). L'8 gennaio tutta la Seconda Squadra del Pacifico era finalmente giunta in Madagascar. In tale isola si riunirono i due gruppi di navi, quello del comandante in capo che aveva circumnavigato l'Africa e quello dell'Ammiraglio Folkersam che aveva percorso il Mediterraneo, attraversato il Canale di Suez e il Mar Rosso (90). Alle unità di Rozestvenskij si unirono altri tre incrociatori ausiliari, cioè piroscafi armati (Terek, Kuban e Ural), che erano arrivati dal Mar Nero (CP 218). Nelle acque del Madagascar la flotta russa fu turbata da problemi di disciplina causati dalla notizia della “Domenica di Sangue”, avvenuta il 22 gennaio, e la situazione fu ristabilita duramente dall'Ammiraglio Rozdestsvenskij (91). Nel Dicembre del 1904 (CP 168) a Pietroburgo era stato deciso di costituire una Terza Squadra del Pacifico utilizzando le rimanenti navi della flotta del Baltico. Tale squadra agli ordini dell'Ammiraglio Njebogatov, costituita da vecchie navi di ridotta efficienza bellica era composta dalla corazzata Imperator Nikolaj I, tre antiquate corazzate costiere (Senjevin, Usakov, Apraksin) e un vecchio incrociatore corazzato Vladimir Monomach e l'incrociatore Rus (CP 256), alle quali si aggiunse la nave ospedale Kostroma, salpò seguendo la rotta di Suez per raggiungere la Seconda Squadra (97). Ubbidendo gli ordini Imperiali Rozestvenskij aveva dovuto rimandare la partenza dal Madagascar diversi mesi per attendere le navi di Njebogatov, alla fine visto il ritardo l'incontro potè avvenire solo nelle acque indocinesi il 9 maggio 1905, da dove, il 14 maggio ripartirono insieme alla volta di Vladivostok (97). La perdita di tempo fu importante per l'ammiraglio Togo che, avendo termintato le operazioni a Port Arthur, potè far riparare nel più breve tempo possibile le navi della sua flotta in vista del combattimento con la flotta russa in arrivo (CP 318) 2. La battaglia di Tsushima L'Ammiraglio russo Rozdestsvenskij dopo aver lasciato libere le navi logistiche, disponeva delle unità della classe “Suvorov” ai suoi diretti ordini mentre la corazzata Osljabia, con l'insegna di Folkersam, guidava una divisione mista con 3 corazzate e un incrociatore corazzato. Folkersam era morto il 25 maggio, ma per non ridurre il morale della flotta la sua salma fu tenuta nascosta a bordo, mentre a riva della Osljabja (CP 308) continuava a sventolare la sua insegna. Le altre corazzate la Nikolaj I e le 3 costiere erano al comando dell'Ammiraglio Njebogatov, mentre i 2 incrociatori corazzati e i 5 incrociatori protetti erano al comando dell'Ammiraglio Enquist (98). Il 27 maggio, le navi russe procedevano a luci spente nello Stretto di Corea, ma l'incrociatore Shinano Maru potè vedere una delle navi ospedale illuminate completamente (CP 316) perchè Rozdestsvenskij non voleva che fossero colpite per errore e avvisò l'Ammiraglio Togo I giapponesi avevano lasciato le vecchie unità ai compiti di sorveglianza nelle acque meno minacciate, concentrando le migliori navi agli ordini dell'Ammiraglio Togo, che comandava direttamente le corazzate, mentre gli incrociatori corazzati erano sotto il Viceammiraglio Kamimura e gli incrociatori protetti sotto i contro-ammiragli Uriu e Dewa. L'Ammiraglio Togo lasciò la base di Shikai, sulla costa meridionale della Corea (CP 316), alle 6.34 del 27 maggio. La prima unità della flotta giapponese ad avvistarono il nemico fu una delle torpediniere lIzumi (CP 317). Un suo incrociatore aveva il compito di seguire i movimenti dei russi aggiornandolo continuamente sulla loro posizione, rotta e formazione. Il grosso della flotta giapponese avrebbe temporeggiato in attesa che il nemico penetrasse profondamente nello Stretto, solo allora Togo avrebbe attaccato cercando di aggirare la testa della formazione russa con le corazzate e gli incrociatori corazzati, mentre i contro-ammiragli Uriu e Dewa avrebbero aggirato la coda. Nell'imminenza dello scontro i russi, più volte colti di sorpresa dall'apparire delle navi nemiche, dovettero manovrare per cambiare formazione. Verso le 13.30 Togo avrebbe potuto aprire il fuoco defilando controbordo ai russi ma preferì assumere una rotta che gli consentisse di navigare quasi di conserva col nemico, serrando le distanze lentamente e avendo il tempo di aggiustare il tiro. Questo portò le sue navi a percorrere per parecchi minuti un grande nodo ad “alfa” durante il quale le navi giapponesi rischiarono di restare esposte al fuoco russo senza che la maggior parte di loro potesse ancora utilizzare le proprie artiglierie (99). Alle 14.08 alla distanza di 6.500 metri, su rotta leggermente convergente con quella del nemico, la corazzata Suvorov aprì il fuoco. In pochi istanti l'azione coinvolse tutte le navi russe e giapponesi più prossime. Togo, intanto, senza attendere che tutte le sue navi fossero arriviate a distanza di tiro, aumentò la velocità per serrare le distanze e tentare il taglio della T. Mentre il tiro russo colpiva l'incrociatore corazzato Iwate, la corazzata Osljabja, in preda a incendi e dopo aver perduto alberi e fumaioli, affondò. Contemporaneamente nella corazzata Suvorov, uscita dalla formazione a causa del timone danneggiato, l'Ammiraglio Rozdestsvenskij era stato gravemente ferito ed il comando della squadra era passato all'Ammiraglio comandante della corazzata Aleksandr III. Alle 15.05 le altre navi russe ricevettero l'ordine di accostare di 90° a sinistra per contromarcia nel tentativo di allontanarsi con rotta perpendicolare a quella dei giapponesi. L'Ammiraglio Togo intuite le intenzioni dei russi con due successive accostate ad un tempo, guadagnò spazio nella stessa direzione nella quale si stavano dirigendo i russi, poi, sopravanzato il nemico sul fianco destro, avanzando con le navi in linea di fronte, accostò a sinistra riformando la linea di fila per sbarrare la strada alle navi russe e tagliare la T (100). I russi tentarono altre due volte di aumentare la distanza dal nemico ma entrambe le volte la flotta giapponese contro-manovrò magistralmente. Il fuoco giapponese intanto continuava a causare danni alle navi russe tra cui l'Alexandr III che dovette lasciare la formazione. La corazzata Borodino quindi si pose al comando. Più lontano il Viceammiraglio Kamimura e i Contro-ammiragli Kataoka (Uriu) e Dewa operavano in modo coordinato ma indipendente. Il primo impegnava l'Ammiraglio Njebogatov mentre gli altri due combattevano contro gli incrociatori russi dell'Ammiraglio Enquist. Verso le 18.00, mentre l'Ammiraglio Rozdestsvenskij, in stato di incoscienza, veniva trasferito a bordo di un cacciatorpediniere, l'Ammiraglio Togo ordinò ai suoi caccia di finire le unità russe fuori combattimento. Vennero così affondate le corazzate Suvorov, Borodino, Alexandr III e 3 navi ausiliarie mentre gravi danni subirono le altre corazzate Orel, Sissoj Velikij e Navarin. Sulle navi nipponiche erano caduti 138 colpi russi di grosso calibro ma nessuna nave era stata affondata e soltanto l'incrociatore Kasagi era stato colpito gravemente (101). Verso le 18.30 quando la Terza Squadra dell'Ammiraglio Njebogatov, che essendo stata impegnata meno era la meno danneggiata, raggiunse le unità maggiori superstiti la battaglia era ormai finita. Alla squadra del nuovo comandante in capo si unirono, facendo rotta Nord, la corazzata Orel ed i guardiacoste corazzati Aspraksin e Senjavin. Più lontano sulla sinistra marciavano in colonna alcuni trasporti ed ancora più distante l'Ammiraglio Enquist con gli incrociatori. Quest'ultimo decise di accostare per Sud-Est con gli incrociatori Aurora, Oleg e Zemciug dirigendo per Manila, dove si fece internare dagli Americani. Gli ulteriori attacchi dei caccia giapponesi durante la notte segnarono la fine delle corazzate Navarin e Sissoj Velikij e degli incrociatori corazzati Nachimov e Monomach. Questi ultimi ormai fuori combattimento furono affondati la mattina seguente. Nelle operazioni notturne affondò una silurante giapponese e altre 8 rimasero danneggiate. La mattina del 29 maggio quando l'Ammiraglio Njebogatov vide le navi dell'Ammiraglio Togo, consapevole che le sue navi non avrebbero potuto superare un altro attacco si arrese con il grosso della flotta restante. In questo modo furono catturate dai giapponesi le corazzate Nikolaj I, Orel, Apraksin e Senjavin. L'incrociatore protetto Izmurud tentò la fuga ma fu costretto a dirigere verso la costa, altre navi si fecero internare a Shanghai mentre l'incrociatore protetto Almaz e 2 cacciatorpediniere riuscirono a raggiungere Valdivostok (102). Alla fine della battaglia di Tsushima, oltre al mancato raggiungimento dell'obiettivo strategico previsto, le perdite russe furono gravissime: 4.830 morti, 5.917 prigionieri e 1.862 marinai internati nei porti neutrali. Inoltre, erano affondate 7 corazzate, 3 incrociatori corazzati, 1 incrociatore protetto, 1 incrociatore ausiliario, 4 cacciatorpediniere e 3 mercantili altre 4 corazzate, 1 cacciatorpediniere e 2 navi ospedale erano state catturate dal nemico, 1 incrociatore protetto ed 1 cacciatorpediniere erano naufragati nel tentativo di fuga e 3 incrociatori protetti, 1 cacciatorpediniere e 2 mercantili si trovavano internati in porti neutrali. I Giapponesi al contrario ebbero perdite irrilevanti: 116 morti e 538 feriti principalmente dovuti all'affondamento di 3 torpediniere e al danneggiamento di 10 unità (103). Note al capitolo 4
Andrea Portunato - Tutti i diritti riservati ![]() Due late-comers a confronto: la Guerra Russo-Giapponese del 1904-1905. by Andrea Portunato is licensed under a Creative Commons Attribuzione 2.5 Italia License. pagina aggiornata il 2 gennaio 2009 | ||
scritto da Andrea Portunato |