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Due late-comers a confronto:
la Guerra Russo-Giapponese del 1905.


4. La guerra Russo-Giapponese (1904-1905)
4.1 Le origini del conflitto e la guerra Sino-Giapponese

   Nel 1858, mentre la Cina era impegnata a reprimere la rivolta dei Taiping, venne concluso un trattato con il quale la Cina cedeva alla Russia tutto il territorio a nord dell'Amur e due anni più tardi, approfittando delle truppe franco-inglesi a Pechino, fu sottoscritto nella capitale cinese un trattato con il quale si cedeva alla Russia tutta la osta mancese tra l'Ussuri e il mare (1).
  Nella logica espansionistica verso in Asia e l'Estremo Oriente fu coinvolto anche il giovane Nicola: nel 1891 l'allora erede al trono russo, appena raggiunta la maggiore età aveva visitato il Giappone dove un samurai fanatico l'aveva colpito alla testa con la spada lasciandogli una pessima considerazione e forse l'odio verso i giapponesi (CP 26). Nel viaggio di ritorno a cavallo attraverso la Siberia Nicola potè osservare l'arretratezza di quella regione dell'Impero (CP 27).
  Successivamente, con la costruzione della Transiberiana, progettata nel 1887 ed iniziata nel 1891, la Russia aumentò la propria presenza nell'area e nel 1896, subito dopo la guerra sino-giapponese, Witte riuscì a convincere il ministro cinese Li Hongchang a firmare un nuovo accordo che, in cambio dell'alleanza russa in funzione anti-giapponese (CP 30), permetteva ai russi di attraversare la Manciuria settentrionale, dominio cinese, con la ferrovia essendosi rivelato il primitivo percorso per raggiungere Valdivostok, lungo l'Amur, eccessivamente dispendioso e tecnicamente svantaggioso. La compagnia costruttrice fu autorizzata a tenere reparti militari per proteggere la linea e le stazioni ferroviarie: in tal modo la Manciuria settentrionale venne di fatto occupata militarmente nel 1896 (1).
  Nel corso di questi anni la Russia aveva anche provveduto a rafforzare le proprie posizioni militari sulle coste del Pacifico fortificando ulteriormente Vladivostok, creando basi militari sulla costa mancese, ammassando armi, munizioni e soldati sul fiume Amur. Nel 1897-1898, visto che Vladivostok era un porto di scarsa utillità nei lunghi mesi invernali mentre i porti della Manciuria erano meno vulnerabili al maltempo e si trovavano sull'attiva via commerciale per Pechino, il tracciato della ferrovia venne modificato, dopo aver ottenuto dalla Cina la concessione di Ta-lien-wan (in russo Dalnij) e di Port Arthur (2).
  L'occupazione di quest'ultimo porto fu iniziata in risposta allo sbarco delle truppe tedesche nello Shandong, nella rivalità tra le potenze europee per il controllo della Cina (CP 31).
  Port Arthur sarebbe dovuto divenire, nel disegno russo, la base inespugnabile della flotta russa nel Pacifico mentre Ta-lien-wan divenne subito un porto commerciale. Nell'operazione vennero investiti 16 milioni di rubli oro e il Ministro Witte riuscì in tal modo ad espandere il mercato dell'industria russa (3).
  Ta-lien-wan (Dalni) venne sviluppata per volontà e sotto il controllo del Ministro delle Finanze Witte, partendo da una baia che ancora nel 1899 era quasi disabitata e disponeva solamente di un pontile in legno su palafitte. Furono quindi progettati edifici (diverse chiese, un museo, il palazzo del Governatore Russo, uffici amministrativi ed un albergo) ed un porto con tre moli, il frangi-flutti e tre bacini di carenaggio (due in muratura ed uno galleggiante) (UU pag. 43).
  Oltre all Cina la Russia cominciò ad interessarsi anche della Corea dove, fin dal 1895, divideva la propria influenza con i Giapponesi e dove aveva ottenuto una concessione forestale nella valle dello Ya-lu. La Corea fu il campo e la causa immediata della guerra (3).

  2.   L'apparente tranquillità della situazione europea permise alla Russia di dedicare sempre maggiori attenzioni all'Estremo Oriente. L'intervento russo a fianco di Germania e Francia contro l'applicazione del trattato di Shimonoseki permise nel 1896 di giungere alla firma dell'accordo russo-cinese Li-Lobanov che concedeva alla Marina russa il libero accesso in tutti i porti cinesi e il diritto di usare Port Arthur come base (22). Nel 1898 seguì una convenzione riguardando quest'ultima: le due parti stabilirono che l'approdo a Port Arthur doveva essere concesso solo alle navi russe e cinesi, ma dopo poco i russi proibirono l'accesso anche alle unità cinesi, dislocandovi nel 1899 una squadra di cinque unità e ottenendo l'affitto esclusivo della base per 25 anni. La motivazione fu che Port Arthur rischiava di essere occupata dalla Gran Bretagna che intendeva controbilanciare il nuovo possedimento germanico di Kiao-chow. Nel 1900 russi estesero il loro controllo sino a Dairen (23).
  Quest'ultima azione e l'evidente piano di estendere il controllo russo anche nel Liaotung, misero in allarme gli ambienti politici e navali britannici, che videro in questa espansione russa una minaccia verso i possedimenti e i traffici commerciali britannici in Asia. La Gran Bretagna costrinse così la Cina alla cessione di Wei-hai-wei, a sole 80 miglia dalla più vicina base russa, neutralizzando l'importanza di Port Arthur (24). La Russia, intanto, iniziò la costruzione di una ferrovia che univa la transiberiana alle nuove basi e permetteva un rapido trasporto di truppe e rifornimenti. Nel 1902 fu stipulata l'alleanza anglo-giapponese, mentre cresceva la preoccupazione a causa degli ambigui rapporti tra Russia e Germania (25).
  La prima grave causa di tensione tra Pietroburgo e Tokyo fu la questione coreana. Pur avendo concluso con il Giappone una convenzione nel 1898, nella quale era definitivamente riconosciuta l'indipendenza della Corea, la Russia, approfittando della concessione forestale del 1895, inviò nella valle dello Ya-lu gruppi di cinesi della Manciuria scortati da reparti militari che avevano il compito ufficiale di difenderli dai briganti mancesi che infestavano la zona. Contemporaneamente s'incrementò l'acquisto di terre, la costruzione di basi fortificate sulla foce dello Yalu e, nonostante le proteste dei coreani, venne arbitrariamente estesa l'occupazione ai territori posti al di fuori dei limiti della concessione (26).
  Fu a questo punto che l'opinione pubblica giapponese insorse contro quella che si dimostrava sempre più una manovra messa in atto per occupare l'intera Corea e, nel giugno 1903, una conferenza imperiale giapponese decise di avviare trattative con la Russia per un accordo globale sulle sfere d'influenza sul continente asiatico. In Agosto il governo nipponico presentò un progetto di trattato per un reciproco riconoscimento dei diritti acquisiti rispettivamente in Manciuria e in Corea (27). In ottobre le contro-proposte del governo zarista proponevano al Giappone una dichiarazione di non-interesse sulla Manciuria in cambio del riconoscimento formale del protettorato sulla Corea: la regione doveva essere smilitarizzata e lungo il 39° parallelo doveva essere crata una zona neutrale. Il ministro degli Esteri giapponese Komura rifiutò la dichiarazione richiesta (CP 38), e propose a sua volta di stabilire la zona neutrale lungo il confine coreano per una estensione di 50 chilometri (28).
  Le rispettive posizioni, già estremamente divergenti, divennero inconciliabili a causa della proposta del governo zarista di escludere comunque la Manciuria dalla trattativa, che doveva riguardare esclusivamente la Corea. Ipotesi inaccettabile per il Giappone che aveva nella regione interessi ormai stratificati dai lunghi anni di attività: 25.000 giapponesi vi risiedevano stabilmente ed avevano imprese industriali e commerciali; il 90% della flottiglia commerciale giapponese attraccava nei porti coreani; le ferrovie erano di costruzione nipponica così come l'organizzazione e il funzionamento del sistema postale (29). Le trattative proseguirono, senza convinzione, mentre la Russia cercava di guadagnare tempo per permettere l'afflusso di rinforzi con la Transiberiana che poteva trasportare fino a 7.000 uomini al mese (30). Il 6 febbraio 1904 il Giappone ruppe le relazioni diplomatiche, anche se l'ultima comunicazione russa raggiunse Tokyo dopo l'inizio delle ostilità (8-9 febbraio) (31).

  Complessa e delicata era la situazione interna ed esterna della Russia. Divenuto Zar Nicola II, le crisi latenti si accentuarono. Pratiche di malgoverno, influenze perniciose a corte, sviluppo industriale non accompagnato da un giusto e naturale succedersi di riforme politico-sociali, maggio pressione fiscale, abbassamento del tenore di vita, peggioravano gradualmente le condizioni interne del paese. Fra il 1902 e il 1904 scoppiarono i grandi scioperi di Baku e di Tiflis che si estesero a tutto il Caucaso e alla Russia meridionale. Le agitazioni si propagarono nelle campagne dovei contadini procedettero all'occupazione delle terre, mentre i disordini studenteschi, gli attentati, l'attività rivoluzionaria dei ceti intellettuali minacciavano sempre più la stabilità dell'autocrazia zarista. Una guerra vittoriosa avrebbe disciolto il popolo dalle tristi condizioni interne e l'avrebbe galvanizzato con l'entusiasmo della vittoria. Questa fu una delle componenti della guerra russo-giapponese. In politica estera l'alleanza con la Francia fece ritenere di aver portato la Russia fuori dall'isolamento internazionale, e indusse addirittura Nicola II a convocare una conferenza per il disarmo e la limitazione degli armamenti che si tenne nel 1899, senza esito, all'Aja. Gli effetti del patto franco-russo si attenuarono comunque notevolmente quando, nel 1904, la stessa Francia poté comporre i suoi contrasti con la Gran Bretagna, stringendo con questa la “Entente Cordiale” (21).
  All'interno della corte si stava sviluppando il progetto di una “missione orientale” della Russia, a cui erano favorevoli lo Zar, il suo amico Principe Esper Uchtomskij, primo presidente della Banca Russo Cinese e direttore della ferrovia Cinese Orientale, il gruppo Bezobrazov ed alcuni appartenenti ai vertici della Marina. Al fine di favorire questa politica lo Zar istituì un vicereame per l'intera regione ad Est del lago Bajkal, affidato all'ammiraglio E. I. Alekseev, con quartier generale a Port Arthur ed il compito di gestire le relazioni con Cina, Corea e Giappone, sulle quali doveva riferire direttamente allo Zar. Intanto a Pietroburgo veniva creato il Comitato per L'Estremo Oriente, diretto da A. M. Abaza, capitano di Marina e cugino del capitano della Guardia in congedo A. M. Bezobrazov. Quest'ultimo, nel 1897, acquistò una concessione di legname tra Corea e Manciuria, sul fiume Yalu, e nel 1899, creò con altri aristocratici la Compagnia di Sviluppo dell'Asia Orientale di cui lo Zar divenne azionista e che nel 1903 ottenne nuove concessioni sul fiume Yalu (cap Russia 56). Tale politica si scontrava con l'opinione di Lamsdorf, l'artefice di una paziente diplomazia, e del Generale Kuropatkin che voleva limitare gli obiettivi territoriali a dimensioni difendibili (cap Russia 57).
  In particolare il partito della guerra in Russia aveva illustri esponenti: l'ammiraglio Granduca Alessandro, cognato e cugino dello Zar, l'ammiraglio Evgenij Alekseev nominato nel 1903 Vicerè dell'Estremo Oriente e quindi comandante in capo nel Pacifico, il comandante della Marina il Granduca Alessio, l'avventuriero Capitano Aleksandr Bezobrazov, il Ministro degli Interni Pleve che invocava una piccola guerra vittoria per impedire la rivoluzione (CP 36 - 37 - 38).
  Nel 1903 lo Zar licenziò Witte, che era fautore di un espansione pacifica in Cina (CP 38) lasciando campo libero alla fazione della guerra.
  I politici russi, soprattutto il Vicerè dell'Estremo Oriente, erano convinti che sarebbero stati loro ad iniziare la guerra contro il Giappone, come e quando avrebbero voluto e sottovalutarono i piani di riammarmento giapponesi (segnalati a più riprese dagli osservatori russi in Giappone) al punto che immediatamente prima l'inizio delle ostilità non considerarono notizie di rilievo l'acquisto in Italia di due nuovi incrociatori della classe Garibaldi (UU pag. 50) il richiamo dell'ambasciatore giapponese a S. Pietroburgo, la partenza della flotta giapponese, l'imbarco su un piroscafo del console e di tutti i residenti giapponesi di Port Arthur...
Su questa linea furono le trattative degli inizi di febbraio del 1904... La risposta negativa, un quasi ultimatum alle richiesta giapponesi è spedita al Vicerè Alexeieff in modo che possa cosegnarla ai giapponesi in quando pronto, ma il Ministro degli esteri, Conte Lamsdorf, ne comunica i termini al signor Kurino il 4 febbraio 1904, e quindi il governo giapponese il giorno dopo era a conoscenza che la risposta russa non sarebbe stata favorevole già il giorno 5 febbraio (UU pag. 51) Il mattino del 6 febbraio prima ancora che Kurino abbia richiesto i passaporti al governo russo, le navi della flotta giapponese lasciarono la base di Sasebo per dirigersi verso la Corea (UU pag 56).

 Note al capitolo 4

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pagina aggiornata il 13 novembre 2008
scritto da Andrea Portunato