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Due late-comers a confronto:
la Guerra Russo-Giapponese del 1905.


2. La Russia dall'emancipazione alla guerra
2.4 L'esercito e la marina russi

  (In fase di scrittura)
Nel 1874, il Ministro della Guerra Dmitrij Miljutin promosse una riforma del servizio militare, che fu esteso a tutti i russi mentre la durata del servizio militare attivo scese da 25 a 6 anni (N Riasanovsky 379).
  Allo scoppio della guerra, la Russia poteva disporre di risorse infinitamente superiori a quelle del Giappone, ma non poteva fa affidamento su tutte o sulla maggior parte di esse.
Infatti, per questo conflitto erano utilizzabili solo le forze che già si trovavano in Estremo Oriente, sul teatro d'operazione e quelle altre che poteva trasportarvi dopo aperte le ostilità. I 5-6.000 chilometri di ferrovia a binario unico non rappresentavano certamente la linea di rifornimento celere e sicura e si traducevano, nel più favorevole dei casi, in due mesi di tempo per il trasporto di un solo corpo d'armata. Inoltre, la tortuosità e la lunghezza della linea marittima, esposta alle offese giapponesi, e la mancanza di propri depositi di carbone sul suo tragitto, impedì alla Russia di approfittare vantaggiosamente il trasporto via mare (CAP. 4 - 32).
  Le forze di cui disponeva la Russia erano ingenti ma non disponibili con facilità. Infatti alcuni reparti dovevano essere adibiti alla difesa delle fortezze, alla protezione della ferrovia, anche a causa dell'ostilità degli abitanti della Manciuria, ed era incerto l'arrivo dei due Corpi d'Armata 10° e 17° (CAP. 4 - 33).
  La Russia aveva dislocate in Estremo Oriente le seguenti forze terrestri:
  •  8 brigate cacciatori con 68 battaglioni di 4 compagnie per circa 68.000 uomini.
  •  2 brigate del 10° e 17° Corpo con 16 battaglioni di 4 compagnie per circa 16.000 uomini.
  •  1 brigata di fanteria di riserva con 4 battaglioni di 4 compagnie per circa 4.000 uomini.
  •  4 battaglioni d'artiglieria da fortezza per circa 5.300 uomini.
  • 81 battaglioni ferrovieri, zappatori e reparti vari del genio per circa 14.000 uomini.
  •  4 brigate di guardie di frtontiera per circa 25.000 uomini.
  • 33 sotnie di cosacchi e 5 squadroni di cavalleria per circa 10.000 uomini.
  • 25 batterie d'artiglieria con 204 pezzi a tiro rapido per circa 6.500 uomini.
  •   reparti treno, comandi, depositi ecc, per circa 1.200 uomini.

  In totale circa 150.000 uomini, 39 squadroni o sotnie, 204 pezzi, ai quali si aggiunsero 16 battaglioni della Brigata Fanteria di Riserva, per 16.000 uomini, e 66 sotnie di cosacchi, pari anch'esse a circa 16.000 uomini con i rispettivi cavalli.
  Oltre a queste truppe erano disponibili per operazioni in Estremo Oriente due corpi d'armata (10° e 17°), aventi sede nella Russia europea a Kharkoff e a Mosca (CAP. 4 - 34). Queste truppe disponevano di sole 8 mitragliatrici e molte unità erano prive di telefoni o apparecchi telegrafici, vi era inoltre carenza di binocoli, telescopi e telemetri (CAP. 4 - 35).

  Marina Russa
  All'inizio del 1905, la Russia poteva disporre nel pacifico di: 7 corazzate, 9 incrociatori di 1a classe, 5 di 2a, 7 cannoniere, 4 trasporti, 2 incrociatori torpedinieri e 12 torpediniere. Si trovavano, poi, nel Mediterraneo, nel porto di Biserta, destinate al pacifico: una corazzata, 1 incrociatore di 1a classe, 1 di 2a e 11 torpediniere (CAP. 4 - 36).
  La corazzata Osljabja, gli incrociatore Aurora e Dmitrij Donskoj, furono inviati in Estremo Oriente in vista della guerra e nel gennaio 1904 erano ancora nel Mar Rosso (CP 39) e subito dopo l'inizio delle ostilitą furono richiamati in patria (CP 76).
  Il più grave fattore di squilibrio a danno dei russi, restava, comunque, la cattiva scelta dei capi, al contrario di quello che si usava a fare a Tokyo. L'anzianità ed i favori di corte presiedevano alle nomine in Russia, dopo di che i subordinati venivano regolarmente scelti tra gli ufficiali più propensi all'obbedienza e al rispetto della prassi burocratica. Capacità di comando e di decisione, abilità strategica e tattica, coraggio erano invece le doti favorite in Giappone. Il comando in capo della flotta russa era affidato allo stesso governatore della Manciuria, ammiraglio Aleksejev, ambiziosissimo e totalmente inetto, che lasciava peraltro pochissima autonomia al comandante operativo della flotta, Viceammiraglio Stark. Diretto subalterno di quest'ultimo era l'Ammiraglio Uchtomskij, parimenti incapace di decisioni autonome (CAP. 4 - 37).
  Dal punto di vista organizzativo, malservazioni e cattiva gestione riducevano ulteriormente la funzionalitą della flotta russa. Per esempio, ancora dopo la guerra era in vigore l'uso di comprendere la spettanza del funzionario adetto all'acquisto delle merci necessarie alle navi nel prezzo di quello che veniva acquistato (UU pag. 23).
  I viveri di ciascuna nave erano acquistati direttamente dal Comandante della nave stessa che riceveva dalla Marina imperiale russa una somma in base ai marinai previsti a bordo (anche quando gli equipaggi erano incompleti) e i risparmi ottenuti erano esclusivo appannaggio del Comandante della nave (UU pag. 24) dando luogo a malversazioni con lo scopo di far arricchire gli ufficiali.
  Ai problemi comuni a tutta la flotta si aggiungevano disposizioni locali che ne riducevano la capacità militare: in particolare, le navi della Squadra del Pacifico, per disposizione del Vicerè, erano armate al completo solo 4 mesi l'anno mentre, per i restanti 8 erano imbarcati solo gli specialisti adetti alla manutenzione (UU pag. 38).
  Squadra del Pacifico

  Nella base di Port Arthur

  Navi da battaglia Petropavlosk (nave ammiraglia di Stark), Poltava e Sevastopol
  - armamento: 4 cannoni da 305, 12 da 152, 10 da 47
  - velocitą 16/17 nodi
  - disloccamento 11.000 ton circa

  Navi da battaglia Pobieda e Pereviet (più moderne)
  - armamento: 4 cannoni da 254, 11 da 152, 20 da 76 e 12 da 47
  - velocitą 18 nodi
  - disloccamento 12.674 ton circa

  Navi da battaglia Cesarevic (costruita in Francia) e Retvizan (costruita in Inghilterra) (modernissime)
  - armamento: 4 cannoni da 305, 12 da 152, 20 da 76 e 20 da 47
  - velocitą 18/18,8 nodi
  - disloccamento 13.000/12.700 ton circa

  Incrociatore corazzato Baian
  - armamento: 2 cannoni da 203, 8 da 152, 20 da 76
  - velocitą 21 nodi
  - disloccamento 7.800 ton circa

  Incrociatori protetti Askold (costruito in Germania) e Variag (costruito in Inghilterra)
  - armamento: 12 da 152, 12 da 76 e 8 da 47
  - velocitą 23,8/23 nodi
  - disloccamento 6.000/6.500 ton circa

  Incrociatori Diana e Pallada (costruiti in Russia)
  - armamento: 8 da 152, 22 da 76
  - velocitą 17 nodi
  - disloccamento 6.600 ton circa

  Incrociatori Novik e Boiarin
  - armamento: 6 cannoni da 120, 12 da 76 e 8 da 47
  - velocitą 25,6/22,5 nodi
  - disloccamento 3.100/3.200 ton circa

  Navi posamine Amur e Jenissei

  Due squadriglie di cacciatorpediniere per 25 unità

  7 cannoniere

  3 navi ospedale

  Incrociatori ausiliari e navi minori

  Nella base di Vladivostok (diretta dipendenza del Vicerč, comando al Capitano di vascello Reizenstein)
  Incrociatore corazzato Rurik (1892)
  - armamento: 4 cannoni da 203, 16 da 152, 6 da 120
  - velocitą 18,8 nodi
  - disloccamento 11.690 ton circa

  Incrociatori corazzati Rossia (1896), Gromoboi (1898)
  - armamento: 4 cannoni da 203, 16 da 152, 24 da 76
  - velocitą 20,7 nodi
  - disloccamento 12.200 ton circa

  Incrociatore Bogatir
  - armamento: 12 da 152, 12 da 76, 6 da 47
  - velocitą 24 nodi
  - disloccamento 6.650 ton circa

  Incrociatori ausiliari e alcune siluranti (UU pag. 37).


 Note al capitolo 2

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pagina aggiornata il 30 ottobre 2008
scritto da Andrea Portunato