Due late-comers a confronto: la Guerra Russo-Giapponese del 1904-1905. 1. Il Giappone dalla Restaurazione alla guerra
1.1 Le vicende politiche
1. Fino alla metà dell'800, sia per la collocazione geografica, sia per la struttura politica adottata dallo Shogun Tokugawa Ieyasu agli inizi del '600, che riduceva fortemente i contatti con l'estero, il Giappone aveva progredito autonomamente ma distante dalle grandi trasformazioni che avevano trasformato gli stati europei e americani e sconvolto la situzione politica dell'India e della Cina. A partire dal 1854 lo Shogunato (o bakufu), cioè il governo militare giapponese con a capo uno Shogun che ereditava la carica e, in teoria, al servizio dell'Imperatore, di fronte alle pressioni delle potenze occidentali (USA, Gran Bretagna e Francia), era stato costretto a cedere alcuni diritti, tra i quali l'apertura agli stranieri di alcuni porti, dimostrando la propria incapacità di assolvere al proprio specifico compito di difesa del paese. Di fronte all'impotenza dimostrata dal governo centrale, durante il decennio seguente, due degli han più importanti, Satsuma e Choushuu, dopo aver tentato autonomamente di combattere gli stranieri ed dopo essere stati sconfitti dagli Inglesi e dai Francesi in diversi scontri militari, si erano coalizzati con altri oppositori allo Shogun e nel 1868 erano riusciti, dopo una breve guerra civile, ad imporre la fine dello shogunato e la restaurazione del potere imperiale. Il nuovo governo, con a capo l' Imperatore Meiji , era composto per la maggior parte da esponenti provenienti dal governo degli han che avevano concorso alla restaurazione imperiale. Dato che le cessioni nei confronti degli altri stranieri erano state imputate principalmente all'arretratezza del sistema shogunale, le misure adottate nei primi anni del periodo Meiji dai nuovi governi furono incentrate nello smantellamento delle sue strutture con l'abolizione dei poteri feudali locali e delle divisioni tra la popolazione in caste separate. Tali trasformazioni repentine crearono una situazione di malcontento diffuso tra le classi sociali maggiormente coinvolte, i samurai e i contadini, ai quali si univano l'insoddisfazione di alcuni uomini di governo pił tradizionalisti. Infatti, all'interno del governo erano presenti diverse posizioni sia sulle tempistiche sia sulle modalità di rinnovamento che portano già a pochi anni di distanza dall'avvento del governo Meiji ad una frattura tra il gruppo di ex-samurai che erano stati determinanti per la restaurazione imperiale e che facevano parte del governo. Nel 1873 alcuni di questi, Saigo, Soejima, Eto, Goto e Itagaki avevano progettato una spedizione punitiva contro la Corea per dare uno sfogo alle crescenti inquietudini dei samurai, sdegnati dall'introduzione della coscrizione obbligatoria (44). La ragione politica addotta per motivare l'intervento militare era stata la necessitą di punire l'insolenza dei coreani che avevano respinto le richieste avanzate da tre missioni giapponesi di aggiornare l'antico sistema di commercio quasi-tributario, che dal 1609 prevedeva che potesse essere attuato dal solo Daimyo di Tsushima nel porto coreano di Pusan (45). Gli altri membri del governo, convinti che un intervento militare fosse prematuro e che avrebbe potuto avvantaggiare le potenze occidentali, si appellarono all'Imperatore riuscendo a bloccarlo. I fautori dell'intervento diedero le dimissioni, con la conseguente promozione di Ito alla carica di consigliere al posto di Saigo, di Okuma a quella di ministro delle finanze e di Okubo a quella di ministro degli affari interni (46). Saigo si ritirò sdegnato a Satsuma, dove si dedicò alle sue scuole. Invece, Itagaki, Eto di Hizen, Goto ed altri di Tosa, fondarono un club politico chiamato Partito Pubblico dei Patrioti, (Aikoku Koto) (47). Itagaki, lasciato Tokio e dopo aver rifiutato di partecipare ad una rivolta capeggiata da Eto a Tosa, fondò con Kataoka Kenkichi, che ne divenne presidente, la Risshisha o Società dell'impegno politico. Questo movimento politico si diffuse rapidamente: esso rivendicava la creazione di un'assemblea popolare formata da popolani e samurai di Tosa, di cui voleva una riqualificazione economica. Tra i membri di questo movimento il risentimento per la prevalenza al governo di uomini di Satsuma e Choshu era molto forte (48). Archiviato il progetto militare contro la Corea, il Governo giapponese scelse per il suo primo intervento di politica estera, un obiettivo meno ambizioso, la soluzione militare di una vertenza diplomatica con Taiwan (Isola di Formosa) isola formalmente parte della Cina ma che aveva un'importanza marginale anche per i cinesi. Alcuni isolani delle Ryukyu, i cui re erano vassalli dell'han di Satsuma dal 1609, erano stati uccisi dagli aborigeni di Formosa e, nel 1873 l'ambasciatore giapponese a Pechino chiese allo Tsungli Yamen (Ministero degli esteri cinese) un'indennità. La Cina non contestò l'affermazione della sovranità giapponese sulle Ryukyu, nonostante quelle isole fossero anche tributarie dell'Impero cinese, regalando al Giappone un primo successo diplomatico (49) e si rifiutò di pagare l'indennità, in quanto non si riteneva responsabile degli indigeni di Formosa. L'atteggiamento cinese convinse il governo giapponese ad autorizzare l'intervento armato contro gli aborigeni di Taiwan colpevoli dell'uccisione dei marinai delle Ryukyu. Nel maggio 1874 fu, quindi, organizzata una forza di spedizione (50) di 3.600 uomini comandata dal fratello minore di Saigo, Tsugumichi. La Cina allora rivendicò la propria sovranità su Taiwan e quindi accettò di pagare un'indennità al Giappone per il costo della spedizione militare e per l'uccisione dei marinai delle Ryukyu, riconoscendo in tal modo la sovranità del Giappone su tali isole. La guerra con la Cina fu scongiurata anche grazie alla mediazione del ministro inglese in Cina Sir Thomas Wade, e i giapponesi si ritirarono da Taiwan dopo il pagamento dell'indennità da parte della Cina. Il possesso giapponese delle isole Ryukyu fu così confermato di fronte alle potenze occidentali, e nel 1879 furono trasformate nella Prefettura di Okinawa (51). Le relazioni con la Corea furono definite nel febbraio 1876 grazie ad un Trattato Ineguale (52). Il Giappone, infatti, approfittando dell'attacco ad una pattuglia giapponese, sbarcata da navi da guerra in Corea nel 1875, dopo aver ottenuto il parere favorevole dalla Cina mandò una spedizione che, si ancorò al largo di Inchon a nord di Seoul obbligando la corte coreana ad accettare il trattato che imponeva l'apertura dei porti coreani di Pusan, Inchon e Wonson al commercio giapponese e dichiarava indipendente la Corea (53). Per ridurre la forza dell'opposizione, già nel 1875, il Governo aveva promesso, nel nome dell'Imperatore, la creazione di un'Assemblea Nazionale e, nel febbraio dello stesso anno, Itagaki, che non aveva mai avuto posizioni estremiste contro governo, si riconciliò con i suoi leader. Infatti, Inoue e Ito, preoccupati dell'uscita dal governo, nel 1874, del loro compaesano Kido, contrario alla spedizione a Formosa, erano riusciti a mediare un accordo tra lui e suo principale antagonista, Okubo, ad Osaka, nel 1875. Fu così stabilito un accordo in quattro punti, che fu accettato, anche da Itagaki, il quale, sciolta la Società dei Patrioti, rientrò nel governo nel marzo 1875 (55). Due punti del loro programma furono realizzati: la sostituzione delle Camere di Destra e Sinistra con una Corte Suprema, Daishin-in, ed un Senato o Camera degli Anziani, Genro-in, che nel 1876 iniziarono a lavorare al progetto di una costituzione sul modello inglese, poi archiviato da Ito e Iwakura nel 1880 (56). Nell'ottobre del 1875, Itagaki uscì nuovamente dal governo che non aveva attuato il quarto punto dell'accordo, secondo il quale i ministri avrebbero dovuto avere solo funzioni amministrative e di consiglieri avrebbero avuto il compito di formare un Gabinetto Consultivo dell'Imperatore (57). Intanto, in Giappone, il malcontento dei samurai crebbe in seguito alla proibizione di portare le spade, ordinata nel marzo 1876, e alla commutazione dei loro stipendi, nell'agosto del 1876 (54). La situazione di scontento politico ed economico portò all'insurrezione dei samurai appartenenti agli ex Han lealisti, che perciò erano meno legati agli uomini del governo. Nell'ottobre 1876 iniziarono piccole rivolte locali che si trasformarono in una vera e propria guerra civile. Gli scontri maggiori avvennero tra i rivoltosi capeggiati da Saigo, circa 20.000 uomini addestrati nelle “scuole private” per samurai, e l'esercito imperiale, formato principalmente da coscritti. I combattimenti portarono la sconfitta dei ribelli e al suicidio di Saigo nel 1877 (58). Una conseguenza diretta di quegli avvenimenti fu l'assassinio Okubo nel maggio 1878 da parte di fanatici seguaci di Saigo (59). Durante la ribellione di Saigo, alcuni membri moderati del Risshisha, fra i quali Itagaki, approfittarono del malcontento generale per chiedere una maggiore distribuzione del potere decisionale attraverso un'assemblea nazionale. Non essendo riusciti in quell'intento, nel 1877, Itagaki ed i suoi seguaci ridiedero vita alla “Società dei patrioti” Nacquero anche altre associazioni politiche analoghe, che si diffusero rapidamente, soprattutto nelle città e nelle aree agricole e economicamente più avanzate dell'Honshu centrale, e diedero vita ad un movimento politico, chiamato “jiyu minken undo” (movimento per la libertà e di diritti del popolo), a favore dell'introduzione di un governo parlamentare. Itagaki, nel tentativo di coordinare a livello nazionale l'opposizione politica al governo, convocò alcuni congressi nazionali della Società dei patrioti dove si chiese ripetutamente la costituzione di un'assemblea nazionale e, per evidenziare l'importanza di questa richiesta, nel quarto congresso, quest'associazione assunse il nome di Kokkai Kisei Domei (Lega per l'istituzione di un'assemblea nazionale) (60). Del gruppo iniziale di samurai erano rimasti al potere Iwakura, Okuma, Ito, che aveva preso il posto di Okubo nella carica di Ministro degli Interni, e Yamagata, il principale artefice del nuovo esercito giapponese. Tra questi politici, Okuma, proveniente da Hizen e quindi principale rivale della fazione del Choshu capeggiata da Ito, con un memoriale del marzo 1881, propose di preparare una costituzione su modello inglese che avrebbe permesso di giungere alle elezioni del 1883, proponendosi così come principale leader del movimento costituzionale. Tale proposta, non coordinata con gli altri uomini di governo, fu da questi ultimi respinta nel giugno perchè consideravano prematura la concessione di un'assemblea popolare ed erano contrari a cedere il potere nelle mani degli altri uomini politici non considerati capaci di assolvere agli incarichi di governo. Ito, inoltre, approfittando di una campagna di stampa contro l'eventualità della cessione dell'”Ufficio di colonizzazione dell'Hokkaido” ad un prezzo di favore a privati in contatto con gli ambienti di governo, addossò la responsabilità su Okuma, che venne privato della sua carica nell'ottobre dello stesso anno, con il consenso dell'Imperatore (61). Uscirono dal governo anche i funzionari Inukai Tsuyoshi e Ozaki Yukio, futuri importanti uomini politici democratici (62). Allo stesso tempo, annullata la vendita nell'Hokkaido, veniva accettata dal governo l'idea di concedere una costituzione, che, però, sarebbe stata resa effettiva solamente nel 1890 mentre un editto imperiale condannava qualunque atteggiamento di rivolta atto a turbare la pace interna (63). Con l'esclusione di Okuma si affermava la preminenza delle due fazioni composte dai ministri che provenivano da Choshu, Ito, Yamagata e Inoue, e da Satsuma, Kuroda, Matsukata e Saigo Tsugimichi. Nell'ottobre 1881, Itagaki e Goto avevano trasformato il Kokkai Kisei Domei in una organizzazione politica il Jiyuto (Partito liberale). Questo partito, legato sul piano regionale a Tosa, dal quale han aveva tratto i suoi dirigenti, si rifaceva ideologicamente al radicalismo francese e si sviluppò soprattutto nelle regioni agricole, dove era appoggiato dai proprietari terrieri e dai piccoli imprenditori rurali. Anche Okuma decise di creare una formazione politica, che chiamò Rikken Kaishinto (Partito costituzionale progressista), basata ideologicamente sul liberalismo inglese anche se, come lo Jiyuto, era l'espressione di una fazione politica, quella degli ex-samurai di Hizen; tale nuovo partito, si diffuse inizialmente nelle aree urbane ed era composto principalmente da burocrati ed intellettuali delusi e sostenuto da mercanti industriali, tra i quali il fondatore della Mitsubishi, Iwasaki (65). La reazione del governo fu l'inasprimento delle leggi sulle pubbliche riunioni mentre veniva vietato a tutti i dipendenti dello Stato, civili e militari, di entrare a far parte di movimenti politici. Comunque, l'attività dei partiti politici fu limitata, oltre che dalla repressione governativa, dalle divisioni interne e dalla incapacità di coordinamento degli sforzi in un'unica opposizione al governo. Inoltre, nel 1882-83 il viaggio di studio di Itagaki e Goto in Europa, finanziato dalla ditta Mitsui, diede l'opportunità ai progressisti di accusare i liberali di collusioni con il mondo economico, innescando una violenta polemica che allontanò ulteriormente le posizioni dei due partiti. Infine, il coinvolgimento di alcuni esponenti locali dello Jiyuto nelle sommosse armate, scoppiate a causa della grave crisi economica seguita la politica deflazionistica di Matsukata, portò allo scioglimento del partito ell'ottobre 1884, decisa dalla parte più moderata e conservatrice del partito stesso. Nello stesso periodo, a causa di contrasti interni, Okuma suoi principali collaboratori abbandonarono il Kaishinto, che, per un certo periodo, smise di essere una forza politica che poteva preoccupare il governo (66). Nel marzo 1884 Ito aveva assunto la carica di Ministro della Casa Imperiale e di Presidente della Commissione per l'elaborazione della Costituzione (70). Dal 1886 Ito diede inizio segretamente ai lavori sulla Costituzione che, nel marzo 1888, fu presentata alla Consiglio Privato e promulgata dall'imperatore l'11 febbraio 1889, nel giorno anniversario della fondazione dello Stato Giapponese (fatta risalire secondo la tradizione al 660 A.C.) (71). Ito aveva dovuto lasciare la carica di Primo Ministro dell'aprile 1888, impegnato dei lavori per la promulgazione della costituzione, e aveva occupato quella di Presidente del Consiglio Privato, appena costituito. Il suo successore, da lui stesso scelto, fu Kuroda che si dimise nel 1889 per contrasti con il Ministro degli Esteri Okuma. Il successore fu Yamagata che rimase in carica fino al 1891. Nei sette anni successivi si alternarono in quella carica Ito e Matsukata (74). Alla prima apertura della Dieta il governo si trovò in difficoltà avendo l'opposizione di 60 eletti del gruppo di Goto, 50 di ciascuno dei gruppi di Itagaki e Okuma, e molti dei 140 indipendenti che chiedevano decurtazioni dal bilancio (77). Dei 300 membri, 140 appartenevano a ricostituito Partito Liberale, 41 ai Progressisti e molti degli indipendenti erano disposti a votare contro il governo (78). la Dieta decurtò il bilancio dell'11% incidendo sugli stipendi dei burocrati e degli oligarchi. Fallito il tentativo di avere un Gabinetto “trascendente”, ossia nominato dall'imperatore, senza l'appoggio o l'opposizione della Dieta, Yamagata tentò di far passare delle spese, già precedentemente fissate ricorrendo alle minacce o alla corruzione nei confronti dei deputati (79). Infine, dovette accettare un compromesso con Itagaki che acconsentì di reintrodurre ¼ circa dei fondi decurtati (80). Nel dicembre 1891 Yamagata fu sostituito da Matsukata Masayoshi che, non essendo riuscito a far approvare il bilancio dell'anno successivo, sciolse la Camera Bassa (81). Le elezioni del 15 febbraio 1892 furono caratterizate dall'inutile e violento tentativo di controllarle con l'uso della polizia da parte del Ministro degli Interni del gruppo di Yamagata, Shinagawa Yajiro. Alla riapertura della Dieta, in maggio le opposizioni con 163 seggi, votarono una condanna al governo (82). Matsukata si dimise e fu sostituito in agosto da un governo di Ito con Yamagata alla Giustizia (83). Nonostante le riduzioni di bilancio che la lotta tra Camera Bassa e Alta che annullò tali riduzioni, solamente le dimissioni dei Ministri dell'Esercito e della Marina, per protesta contro le punizioni inflitte ai funzionari che erano intervenuti nella lotta elettorale, costrinsero Ito a sciogliere la Dieta in dicembre. Le elezioni si tennero il 1° marzo 1894 e la prima sessione si aprì in maggio, ma, a causa dell'opposizione al governo, venne nuovamente sciolta i primi di giugno (84). Solo la firma dei trattati con la Gran Bretagna, 16 luglio 1894, con gli Stati Uniti e le altre potenze, che stabilivano l'abolizione del sistema della extraterritorialità dei cittadini stranieri entro il 1899, permise al governo di ottenere l'approvazione dei crediti richiesti alla Dieta. Di fronte alle proteste per la debolezza dimostrata dopo la guerra sino-giapponese verso le potenze occidentali, nel novembre 1895 Ito fu costretto ad allearsi con i Liberali (Jiyuto) di Itagaki, il gruppo più numeroso alla Camera Bassa, a cui affidò nell'aprile 1896 il Ministero degli Interni (86). in seguito a questa alleanza i Progressisti si unirono ad altri gruppi di oppositori all'interno della Dieta formando un nuovo partito, lo Shimpoto, Partito Progressista, diretto da Okuma in accordo con Matsukata. Nell'intento di allargare il consenso al suo governo Ito tentò di far rientrare anche questa “nuova” forza politica, ma il disaccordo su questa ipotesi da parte dei liberali di Itagaki lo costrinse alle dimissioni (87). Matsukata formò il nuovo gabinetto appoggiato dai Progressisti nel settembre 1896, Okuma divenne Ministro degli Esteri e molti posti di sottogoverno furono concessi ai suoi seguaci (88). I Ministri della Marina e dell'Esercito furono nominati da Yamagata nelle persone di Saigo Tsugumichi e del Generale Katsura Taro (89). I Progressisti, però, insoddisfatti dell'operato del Governo, costrinsero alle dimissioni Okuma nel novembre 1897 e Matsukata fu costretto a sciogliere le Camere lasciando la carica di Primo Ministro (90). Nel gennaio dell'anno seguente Ito venne nominato nuovamente Primo Ministro, ma non riuscì ad ottenere nell'appoggio di Okuma, che voleva il Ministero degli Interni ed altri tre ministeri, né quello di Itagaki, così il Bilancio e le leggi relative vennero respinte dalla Dieta eletta il 15 marzo 1898, costringendolo a scioglierla e a dimettersi nel giugno seguente. Okuma e Itagaki unirono le loro forze nella Kenseito (Partito Costituzionale), ma, nonostante avessero ottenuto, nelle elezione del 10 agosto 1898, ben 260 dei 300 seggi della Dieta, anche il loro governo non durò a lungo, e nello stesso anno furono sostituiti da un nuovo governo di Yamagata (91). I seguaci dei due leader sciolsero quindi il Kenseito, dando origine a due formazioni contrapposte. Approfittando della situazione, nel settembre 1900, Ito fondava il partito del Rikken Seiyukai (Associazione di Amici Politici), legandolo, però, alla volontà del governo. Composto da vecchi liberali del Kenseito e da seguaci della burocrazia, esso ottenne la maggioranza alla Camera Bassa dove l'unica opposizione veniva dal Kensei Honto (Vero Partito Costituzionale) nel quale erano confluiti i vecchi membri dello Shimpoto, ma l'opposizione degli statisti anziani e di Yamagata, che controllava le Forze Armate e la Camera dei Pari, fece dimettere Ito nel giugno 1901 (92). Il nuovo premier fu Katsura che formò un Gabinetto burocratico e de dell'appoggio di Ito e del Seiyukai. Quest'ultima forza politica essendo rappresentante degli interessi agrari, rifiutò il suo appoggio all'interno della Dieta per un aumento dell'imposta fondiaria che sarebbe servito a finanziare l'espansione degli armamenti navali (93). Nella nuova Dieta, eletta nell'agosto 1902, il Seiyukai ottenne la maggioranza assoluta. Katsura, che era legato alla fazione opposta, quella di Yamagata, perciò, la sciolse in dicembre, ma anche quella eletta il 1 marzo 1903 che era dominata dal partito di Ito, e quindi fu raggiunto un compromesso: il finanziamento dell'espansione degli armamenti navali si sarebbe ottenuto attraverso prestiti (97). nel luglio 1903 Katsura protestò per la posizione di Ito che era sia Statista anziano (Genro), sia politico parlamentare, e indusse l'Imperatore, su consiglio di Yamagata a chiedere a Ito le dimissioni dalle cariche di partito e a riprendere la Presidenza del Consiglio Privato, del quale che entrarono a far parte anche Yamagata e Matsukata. Nuovo Presidente del Seiyukai divenne, quindi, Saionji Kinmochi (1849-1940), membro della vecchia nobiltà di corte, attivo nella Restaurazione, giornalista con Nakae Chomin al Toyo Jiyu Shimbun (Libera Stampa Orientale), Ministro dell'educazione nel 1894 (secondo Gabinetto Ito) e Presidente del Consiglio Privato dal 1900 al 1903 (98). Nel 1903, quando Saionji Kinmochi successe a Ito alla guida del Seiyukai, poteva contare sulla maggioranza nella Camera Bassa e sugli amici di Ito nella burocrazia (99). Suo rivale fu Katsura Taro, sostenuto da Yamagata e, quindi, dalle Forze Armate e dalla Camera Alta. Katsura sciolse la Dieta nel 1903 ed evitò l'ennesima crisi politica per lo scoppio della guerra contro la Russia (100). Note al capitolo 1
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scritto da Andrea Portunato |